Il fotografo

Questa è la storia di un fotografo speciale.
Era un uomo di mezz’età, magro e con un grande sorriso (quando sorrideva, ovviamente), i capelli corti, un po’ brizzolato… insomma un uomo “normale”… ma le sue fotografie erano un prodigio.

Chiunque le guardasse rimaneva incantato ad ascoltare la loro storia… perché loro parlavano!
Non parlavano emettendo suoni, parlavano perché raccontavano il passato e il futuro di quello che vi era fotografato. Non dicevano niente sul presente, ma tanto era stampato sulla fotografia!

Le fotografie non raccontavano a tutti le stesse cose, ognuno vi vedeva proiettato il proprio mondo, la propria storia, e si sentiva raccontare, guardando bene, anche il proprio destino.
Erano affascinanti e tutti avrebbero voluto conoscere il fotografo.

In realtà egli era un uomo solitario, non si faceva mai vedere in giro se non con il suo fedele cane lupo, che gli stava sempre vicino.
Quando tirava fuori la sua macchina fotografica era sicuramente perché sentiva arrivare il momento giusto per scattare. E ogni scatto era speciale.

In molti gli chiedevano come facesse.
“Bisogna saper ascoltare, –diceva– nel mondo frenetico e rumoroso di oggi si perde il senso della comunicazione e la capacità di cogliere i dettagli. Bisogna saper ascoltare e guardare col cuore, allora si può capire quello che si ha intorno. Io fotografo l’anima di quello che mi circonda e le mie fotografie lo raccontano.”

Ma ogni volta che spiegava questo gli veniva un po’ di malinconia, non aveva più voglia di parlare e se ne andava, lentamente, ad ascoltare l’anima del mondo un po’ più in là, con il suo cane e il suo bastone bianco.

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